lunes, 18 de enero de 2010

Cile svolta a destra

Si direbbe in controtendenza rispetto al resto della regione, fatta eccezione per la Colombia, la svolta elettorale a destra del Cile. Infatti, Sebastián Piñera sará a partire dal prossimo 11 marzo il prossimo presidente grazie al 51,6% delle preferenze.
Il suo avversario Eduardo Frei, democristiano e integrante della Concertación, la coalizione di centrosinistra al governo da 20 anni, cioé dal ritono del Cile alla democrazia dopo il lungo "inverno" della dittatura di Augusto Pinochet, non é riuscito a convincere gli elettori del suo stesso settore. Se si analizzano i risultati del primo turno, é impossibile non notare che nell'insieme, il centrosinistra ha ottenuto ben il 56% dei voti, rispetto al 44% ottenuto da Piñera. Gli altri due candidati, Marco Enriquez-Ominami e Jorge Arrate, fuoriuisciti dalla Concertación in segno di protesta per la mancanza di elezioni primarie, avevano ottenuto rispettivamente il 20 ed il 6% dei voti. Insieme al 29% ottenuto da Frei in nome della coalizione di centrisinistra, il totale superava abbondantemente il 50% delle preferenze. Se a questo aggiungiamo il fatto che la figura della attuale presidente, Michelle Bachelet, anch'essa membro della Concertación, a 50 giorni scarsi dalla fine del suo mandato esibisce uno storico 81% di immagine positiva della sua gestione, la logica avrebbe detto che il potenziale di simpatie di centrosinistra avrebbe ottenuto una nuova vittoria elettorale.
E invece no. La destra ritorna al potere in modo democratico dopo piú di 50 anni, fatta eccezione della sua partecipazione al regime di Pinochet.
Ha contribuito da un lato la moderazione del discorso di Piñera  - che dovrá dimostrare coi fatti quanto annunciato - il quale si é impegnato a mantenere in piedi gli ammortizzatori sociali sorti durante questi venti anni di gestione della Concertación. E dall'altro ha contribuito senz'altro un voto castigo da parte degli elettori stanchi di vedere sempre le stesse figure alla testa del centrosinistra, desiderosi di un rinnovamento politico e di una maggiore partecipazione dal basso, cosa non facile nella Concertación in un paese da sempre governato dalle cupole politiche, nelle quali si ripetono spesso i cognomi con blasone politico.
Su questo tema ha fatto breccia il discorso critico di Marco Enriquez-Ominami, che ha sempre insistito sulla necessitá di un rinnovamento della dirigenza della Concertación. E' stata infatti una parte dei suoi elettori che ha appoggiato la candidatura di Piñera, nonostante Frei gli avesse strappato il suo voto, ma a titolo personale, a denti stretti, molto stretti e a una settimana dal ballotage.
Ma la ragione piú importante di questo castigo, va attribuita al fatto che il centrosinistra cileno in tutti questi anni ha nella sostanza rinunciato alle sue mete storiche, prima fra tutte il superamento delle disuguaglianze sociali. La grande sfida del Cile, in realtá, é una maggiore e migliore distribuzione del reddito.
Dopo il Brasile, il Cile é il paese con la maggiore disuguaglianza di America Latina, con una molto scarsa mobilitá sociale. Sebbene in vent'anni siano sostanzialmente migliorati gli indicatori sociali in materia di povertá, indigenza, mortalitá infantile, accesso alla sanitá e all'educazione, per una parte del centrosinistra, quello piú critico si tratta di timidi cambiamenti. "La struttura economica e produttiva del Paese, la stessa Costituzione, continua ad essere quella che ci ha lasciato Pinochet", spiega il sociologo Felipe Portale. "Il Cile é stato il piú riuscito esperimento di applicazione delle ricette neoliberiste", aggiunge Andrés Monares, filósofo ed autore di uno studio profondo sull'economia cilena. E come spesso accade nei modelli di economia di stile neoliberista, sebbene i parametri macroeconomici sono soddisfacenti, é sul piano della ridistribuzione, dell'accesso a possibilitá di ascesa sociale che si verificano grandi problemi.
L'accesso all'universitá, anche quella pubblica, tanto per fare un esempio. é caro. Uno studente per completare la sua carriera dovrá accollarsi un debito annuale tra i 6.000  e gli 8.000 dollari. Esistono linee di credito che gli permetteranno di lavorare, magari part-time, per pagare gli interessi annuali del debito. Ma una volta ottenuta la laurea, e se a questa vorrá aggiungere un master o una specializzazione, inizierá la carriera da professionista con un debito tra i 30.000 ed i 40.000 dollari o piú. "Ho 42 anni, guadagno bene, ma appena un paio di mesi fa, mia moglie ed io abbiamo pagato le ultime quote del debito di studio", mi spiegano due docenti universitari. "Chi é povero accederá a una assistenza sanitaria limitata. Se desideri una maggiore copertura, dovrai pagare di piú... se puoi. Qui tutto é caro, anche il trasporto pubblico...", agiunge ancora Monares. "La Concertación paga il prezzo di non aver creduto a fondo nei suoi propri ideali", conclude Portales.
Nel frattempo, Piñera dovrá dimostrare di essere capace di far meglio. La sua proposta di una gestione efficiente e di pulizia dei settori dello Stato dove sono apparse le prime sacche di corruzione - che in Cile é assai poca - dovrá essere capace di essere percepita da una cittadinanza, soprattutto i giovani, desiderosa di ascendere socialmente.

Resta da segnalare, l'impeccabile clima civico dei due turni elettorali, in un Paese sostanzialmente ordinato e solido istituzionalmente, ed il tono pacato della campagna elettorale. Un Paese che in questi ultimi anni é riuscito a crescere a ritmi elevati (tra il 5 ed il 7% annuale e piú) e che ha sviluppato una politica estera che non si rivolge alla regione sudamericana, ne a quella latinoamericana, ma al di la del Pacifico. E nell'area degli Stati Uniti ed in Asia dove il Cile ha sviluppato i suoi interessi commerciali. E Piñera non si direbbe il presidente intenzionato a cambiare questa impostazione ormai consolidata. Anche quando l'America Latina avrebbe bisogno di una maggiore presenza del Cile per consolidarsi come blocco.

1 comentario:

  1. Un buon articolo. Il Cile veramente è riuscito a diventare il paese più svilupatto dell'America Latina in ciò che è stabilità, organizazzione civile (ci vuole indagare sul lavoro delle organizazzione civili in diverse ambiti), infrastruttura,ecc.), ma il problema per consolidare questo sviluppo è la struttura sociale storica del paese, fatta per questa elite europea di carattere razzista e classista.
    EGG. Alberto
    la invito a seguire il mio blog:
    http://administracionpanoptica.blogspot.com
    è scritto in spagnolo, ma penso che lei lo parla a la perfezione.
    Io scrivo per il giornale della CIGL Rassegna.it
    Nel blog potrà vedere la critica che tento di fare contro il pensiero della destra cilena.

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