miércoles, 3 de marzo de 2010

Cade il mito Al Qaeda


In un paio di articoli pubblicati a gennaio segnalavo un fatto curioso: nel novembre 2007 poco prima di essere uccisa, Benazir Bhutto dichiaró durante una intervista ad Al Jazeera che Osama bin Laden – tanto per intenderci, il nemico pubblico internazionale numero uno, colui che secondo le autoritá statunitensi avrebbe scatenato l'inferno dell'11 settembre 2001 –, che era stato assassinato (basta aver pazienza e controllare fino 2'36'' dell'intervista). Alla dichiarazione della Bhutto seguí un misterioso silenzio da parte della stampa internazionale. Simile a quello del suo intervistatore, che non le domandó niente in merito a una notizia del genere, non foss'altro che per confermarla, dato che nel caso di essere confermata ci si sarebbe trovati davanti a un classico scoop. Niente. E passarono due mesi prima che, stimolati da Giulietto Chiesa, alcuni media europei prendessero un considerazione il tema. Anche perché nel frattempo la Bhutto era stata assassinata a sua volta.
La notizia, alla quale non pare sia stato dato eccessivo spazio nei media, questa volta, se si vuole é ancora piú grossa. Secondo Alain Chouet, a suo tempo a capo dei servizi di sicurezza francesi (la DGSE) Al Qaeda é praticamente, e da tempo, fuori combattimento. 
Non si tratta di una voce di corridoio. Ma delle considerazioni di un esperto autorevole in materia di terrorismo (é stato colui che ha modellato l'antiterrorismo francese standone ai vertici) presentate in occasione di un dibattito svoltosi il 29 gennaio scorso presso la Comissione Esteri del parlamento d'oltralpe. Il documento é disponibile sul sito Megachip, nella versione video in francese e attraverso la trascrizione tradotta all'italiano a cura di Arno Mansouri, Emanuela Waldis e Pino Cabras.
Per Chouet la mitica Al Qaeda é operativamente fuori combattimento fin dai tempi dei bombardamenti di Tora Bora, in Afghanistan, nel 2002 (stiamo parlando di otto anni fa!). "Dei circa 400 membri attivi dell'organizzazione esistente nel 2001 - afferma Chouet - meno di una cinquantina di comparte (eccetto Osama bin Laden e di Ayman al-Zawahiri che non hanno avuto mai nessun ruolo sul piano operativo) sono riusciti a fuggire e nascondersi in zone remote, vivendo in condizioni di vita precarie e disponendo di mezzi di comunicazione rudimentari o incerti". L'ex capo dei servizi di sicurezza francesi, continua con un' affermazione che dovrebbe suscitare analisi e riflessioni profonde: "Non é con tale dispositivo che si puó attivare su scala planetaria una rete coordinata e organizzata di violenza politica. Appare chiaramente che nessuno dei terroristi autori degli attentati post 11 settembre (Londra, Madrid, Charm-el-Sheikh, Bali, Casablanca, Djerba, Mumbai, ecc.) ha mai avuto un contatto con l'organizzazione".
Facciamo memoria. Perché i fautori della guerra globale contro il terrorismo hanno insistito sulla firma di Al Qaeda in tutti questi casi con supposte dichiarazioni e sentenze emesse al riguardo da Bin Laden. Un dato che pochi media hanno messo in dubbio. E in merito alle dichiarazioni sia di Bin Laden che di al-Zawahiri, Chouet aggiunge: "Anche supponendo di poterle realmente autentificare (é mio il grassetto, NdR), esse non implicano nessun collegamento operativo, organizzativo e funzionale fra questi terroristi e le vestigia dell'organizzazione". Chouet rincara poi la dose: "A forza di invocarla  (Al Qaeda, NdR), a ogni proposito, e spesso a sproposito, non appena viene commesso un atto di violenza da un musulmano, o non appena un musulmano si trova nel momento sbagliato e nel luogo sbagliato –come nella vicenda della fabbrica AZF a Tolosa– o addirittura quando non c'é neanche traccia di un musulmano –come nel caso degli attacchi all'antrace degli USA–, a forza di invocarla permanentemente, un certo numero di media piuttosto approssimativi e alcuni sedicenti esperti da una parte e dall'altra dell'Atlantico hanno finito non tanto per risuscitarla, ma per trasformarla in una specie di Amedeo (dall'opera di Ionesco), questo morto il cui cadavere non smette mai di crescere e di nascondere la realtá...". Chouet continua spiegando che da una parte chiunque abbia intenzione di richiamare l'attenzione dei media attraverso una azione violenta, sa che potrá invocare il nome Al Qaeda per ottenere le luci della ribalta. Dall'altra, alcuni governi di paesi arabi, che spesso non sono esattamente un modello di democrazia e di rispetto dei diritti umani, potranno a loro volta reprimere oppositori e contestatori aggiudicando loro l'appartenenza alla rete di Al Qaeda, e questo col beneplacito dei governi occidentali.
Per questo analista, la violenza di gruppi, che tra l'altro si richiamano all'Islam, non é che non esiste, perché essa é evidente, ma si rivolge all'interno del mondo islamico con l'obiettivo ben preciso di raggiungere il potere in questi paesi ed in tal modo appropiarsi delle "ricchezze lagate al mondo musulmano senza che l'Occidente intervenga".
L'intervento di Chouet continua indicando come elemento chiave per la lettura del fenómeno della violenza di gruppi che si richiamano all'Islam, l'Arabia Saudita. E qui che troviamo elementi che forniscono una spiegazione al fenómeno. E a questo punto vi rimetto al documento in questione giacché sarebbe lungo analizzare qui questo aspetto. 
Ovviamente, e dato che in un paio di artícoli pubblicati in questo blog sotto il titolo "Minacciati dal terrorismo?" abbiamo cominciato ad analizzare i pericoli che provengono dall'"apparato militare e industriale" degli Stati Uniti, é inevitabile porci delle domande in merito alle ragioni per le quali oggi si pretende combattere una guerra contro un nemico che qualcuno ha affermato che é morto, a capo di una organizzazione che non ha mai controllato e che da otto anni é stata disarticolata. Chi dunque é dietro la nebulosa Al Qaeda e perché? E per quali ragioni i media si autocensurano a tal punto da far sparire sulle prime pagine la notizia che in realtá vi dovrebbe apparire? La autocensura ed il timore sono dunque cosí forti?
Chi segue appena un pó le questioni legate al Medio Oriente ed all'Asia Centrale si sará reso conto che attorno al tema Bin Laden ed Al Qaeda le cose non sono troppo chiare da sempre. La nascita di questa organizzazione terrorista avviene come strascico del finanziamento degli Stati Uniti alla lotta dei guerriglieri afgani che si opponevano all'invasione delle truppe sovietiche inziata nel Natale del 1979. Gli stanziamenti alla guerriglia afgana decisi mesi prima dal presidente James Carter – che ricevette i complimenti del suo segretario di stato Zbigniew Brzezinski, perché in tal modo avrebbe obbligato la Russia ad invadaere il paese asiatico e questa avrebbe avuto dunque "il suo Vietnam"–. E cosí fu. Loretta Napoleoni descrive brevemente ma efficacemente come avvenne il finanziamento che doveva essere sostanzioso, (Yihad. Cómo se financia el terrorismo en la nueva economía,  Barcelona, 2003, títolo originale: Modern Jihad), dato che l'80% dei fondi si perdevano nella corruzione, e solo il restante si trasformava in armi ed equipaggiamenti che resero la vita delle truppe sovietiche in Afghanistan un vero incubo. Esauriti i fondi ufficiali, si ricorse prima ai fondi neri e successivamente, quando si raggiunsero i 35 miliardi di dollari, al contrabbando di droga (sí, hai letto bene!) pur di sostenere la lotta dei mujhaiddin
L'operazione dovette svolgersi in modo indiretto, attraverso i servizi segreti del Pakistán, (ISI) dato che la guerriglia aveva trasformato la guerra antisovietica in una Jihad e non avrebbe accettato per tale motivo i fondi provenienti dagli USA. Si giunse cosí al fatidico 1989 quando l'URSS decise di abbandonare l'Afghanistan. Nel frattempo l'impero sovietico, ormai giunto alla crisi definitiva, si sgretoló. Le migliaia di guerriglieri poterono cosí sciamare prima nei paesi islamici dell'ex URSS, dove la storia forniva l'occasione per lo sviluppo di gruppi islamici che il governo comunista aveva represso durante decenni, e successivamente accorrere in soccorso dei mussulmani in guerra nei territori della ex Jugoslavia in via di disfacimento violento.  Finita  anche la stagione di guerre nei Balcani, il giornalista tedesco Jurgen Elsasser indica la presenza di elementi di Al Qaeda stazionati in Kossovo e pagati da agenti della CIA, possibilmente disponibili per svolgere qualche lavoro sporco. La storia di Al Qaeda dunque inizia e prosegue con contatti piú o meno indiretti con la CIA e con i dollari provenienti da Washington.
C'é dunque qualcosa da analizzare e rivedere. Perché "c'é del puzzo in Danimarca". 

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